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VEGETARIANI IN AUMENTO

  • Caterina Pandolfo
  • 14 gen 2018
  • Tempo di lettura: 3 min

Si definisce vegetariana una persona che limita la sua alimentazione al consumo di cibi vegetali, ma all'interno di questa definizione generica ci sono diverse categorie:

  • gli ovo-latto-vegetariani integrano la dieta con uova, latte e derivati;

  • i pesco-vegetariani consumano saltuariamente pesce e molluschi;

  • i vegani si nutrono esclusivamente di vegetali, rifiutando tutti i cibi di origine animale inclusi uova, latticini, miele e lievito;

  • i fruttariani si nutrono di ortaggi, frutti delle piante e semi pertanto sono compresi anche cereali e legumi;

  • i fruttariani-crudisti cucinano a temperatura inferiore a 42°C per evitare la dispersione di enzimi, vitamine, sali minerali e oligoelementi.

L'Italia è tra i paesi europei con maggior numero di vegetariani e con una tendenza in continuo aumento. Ciò è dovuto a numerosi fattori, ad esempio il clima favorevole alla coltivazione, la competenza e l'etica di molti agricoltori; la cultura culinaria della dieta mediterranea e la legge italiana che vieta la coltivazione di OGM (Organismi Geneticamente Modificati) tutelando i marchi Made in Italy DOC DOP DOCG. Secondo i dati pubblicati a gennaio 2017 dall'Eurispes (Istituto di studi politici economici e sociali) il 74% della popolazione italiana ama portare a tavola i prodotti Made in Italy, l'80% consuma cibi di stagione, il 75% legge le etichette prima di acquistare un prodotto e il 7,6% ha una alimentazione priva di carne (si tratta di 4.605.600 persone).

La ricerca scientifica da settant'anni si concentra sui rischi dovuti a carenze alimentari e sui danni alla salute derivati da diete monoalimento, quali possono essere la dieta del minestrone, la paleodieta (che limita l'alimentazione al consumo di sole proteine animali) e la sua antitesi, ovvero il veganesimo. Le motivazioni che spingono un individuo a eliminare un cibo possono essere di natura etica, ecologica, salutistica, economica, psicologica. Molto spesso si tratta di una tendenza del momento, una moda lanciata per aumentare la vendita di un libro che fa leva sulla curiosità insita nell'essere umano. La sperimentazione di nuove diete può essere utile per realizzare nuove ricette, verificare le reazioni del proprio corpo al cambiamento alimentare, ampliare la conoscenza di se stessi, perdere peso oppure acquisirne qualora fosse necessario, ma è importante affermare che la dieta non può essere improvvisata: deve essere sempre correttamente pianificata con l'aiuto di un esperto. È fondamentale studiare gli alimenti e i loro apporti nutrizionali per imparare ad essere autonomi e, raggiunto l'obiettivo dell'autogestione alimentare, è opportuno effettuare periodicamente gli esami del sangue.


Per quanto concerne l'alimentazione vegetariana che, come abbiamo detto, negli ultimi anni è incrementata, abbiamo a disposizione numerose ricerche scientifiche orientate all'analisi degli effetti positivi sulla salute e sulla prevenzione di malattie croniche quali: diabete, ipertensione, osteoporosi, artrite, malattie cardiovascolari e patologie intestinali.

Nella mia modesta esperienza da Naturopata posso affermare che gli individui che decidono consapevolmente di modificare la propria alimentazione per orientarsi verso lo stile vegetariano hanno il timore fondato di consumare minore quantità di proteine e si spaventano quando comunico loro che il rischio si estende anche ad altri nutrienti: ferro, calcio, vitamina D calciferolo, B12 cianocobalamina, B2 riboflavina e gli acidi grassi Omega-3. Eppure queste persone, nel tempo, risultano quelle che applicano nella loro alimentazione una notevole varietà di ricette e sperimentano abbinamenti insoliti ampliando il ventaglio di esperienza gustativa. Il timore di non soddisfare il proprio fabbisogno nutrizionale li spinge a informarsi e sperimentare, con il risultato sorprendente dell'ottenimento di una alimentazione meno ripetitiva di un onnivoro.

Una precisazione importante va effettuata per coloro che praticano uno sport a livello agonistico. La dieta vegetariana può apportare i nutrienti necessari all'ottenimento di una buona performance solo se si tratta di una dieta pesco vegetariana oppure ovo-latto vegetariana, le altre tipologie sono sconsigliate per il notevole consumo di nutrienti durante l'attività e soprattutto durante la gara. Gli atleti professionisti, come sappiamo, sono seguiti da medici, nutrizionisti, fisioterapisti, spesso anche da naturopati e massaggiatori, mentre il semiagonismo e lo sport amatoriale spesso vengono affrontati da chi li pratica con troppa leggerezza. Consiglio di rivolgersi a nutrizionisti e naturopati informando sempre il proprio medico curante e l'allenatore: ogni figura professionale è un esperto nel proprio settore ed è il team completo che permette all'atleta di comprendere meglio il proprio corpo e nutrirlo nel modo più adeguato al tipo di performance che dovrà ottenere.

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